16 gennaio 2020 - 07:34

Regionali Emilia-Romagna, i piccoli candidati che diventano importanti nella sfida Bonaccini-Borgonzoni

A correre come presidente sono — in realtà — in sette. Il presidente uscente deve guardarsi alla sua sinistra, mentre a destra di Borgonzoni non c’è nulla. Saranno spiccioli, ma stanno diventando sempre più pesanti

di Marco Imarisio

Regionali Emilia-Romagna, i piccoli candidati che diventano importanti nella sfida Bonaccini-Borgonzoni
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«Conferenza stampa e aperitivo verso le elezioni regionali». Benché di sabato, l’orario previsto delle 9.45 per uno spritz con falce e martello e una chiacchierata imolese con i candidati di Potere al Popolo risulta proibitivo. Ma queste sono minuzie. L’Ideale non conosce orario e forse prevede anche stomaci di ghisa. La consueta atomizzazione della sinistra che un tempo avremmo chiamato radicale, ai nastri di partenza con tre diversi aspiranti presidenti, è invece qualcosa più di un dettaglio. D’accordo, è una corsa a due. Stefano Bonaccini contro Lucia Borgonzoni, ormai lo sanno anche i sassi della via Emilia. Ma a correre come presidente sono in sette. Se togliamo il medico ferrarese Domenico Battaglia, alfiere dell’ideologia No Vax che corre con il Movimento 3V Vaccini Vogliamo Verità, gli altri quattro sono tutti fardelli sulle spalle del presidente uscente. Si è già detto di M5S, alleato del Pd a Roma e rivale del Pd nell’Emilia-Romagna decisiva per la prosecuzione dell’alleanza di governo. Bonaccini deve anche guardarsi alla sua sinistra, mentre a destra di Borgonzoni non c’è nulla. Saranno spiccioli, ma stanno diventando sempre più pesanti.

Nelle due elezioni regionali a cui si è presentato, Lazio e Umbria, Potere al Popolo, che in Emilia-Romagna avrà come capofila Marta Collot, ha preso rispettivamente l’1,41 per cento e lo 0,87%. A sommare i consensi che otterranno Laura Bergamini, candidata del Partito Comunista dell’ irriducibile Marco Rizzo, e quelli di Stefano Lugli, segretario modenese di Rifondazione comunista, in corsa per L’Altra Emilia-Romagna, che per altro nel 2014 incassò un notevole 4%, si potrebbe ottenere un gruzzolo rispettabile. In una contesa che si deciderà sul filo di lana, è come se valesse doppio. «Non vi insospettisce il fatto che Matteo Salvini abbia detto più volte che Bonaccini ha governato bene?». A Collot, 26enne lavoratrice precaria, laureata al conservatorio in clavicembalo, non sfugge nulla. Per questo ha invitato le Sardine «a non cadere nelle reti» dell’infido Pd. Anche Lugli ha le idee chiare. «Se la Lega è così forte» ha detto «è colpa della politiche sbagliate di Bonaccini». Sulle loro pagine Facebook appare talvolta qualche post dissidente di compagni perplessi. «Il settarismo come il vostro è solo una forma di estremismo infantile piccolo borghese funzionale alle destre». Per capire se e quanto sarà funzionale, non c’è che da aspettare il 26 gennaio. In ogni caso nessun rimorso, ha detto Collot pochi giorni fa. Continuiamo così, facciamoci del male, diceva Nanni Moretti.

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