16 gennaio 2020 - 00:44

Processo a Salvini, stallo sul voto. La Lega in pressing: niente rinvio

Partiti divisi. Giorgetti: «Se non è una scelta politica, perché slitta a dopo le Regionali?». E il leder del Carroccio: «Non sono preoccupato»

di Marco Cremonesi

Processo a Salvini, stallo sul voto. La Lega in pressing: niente rinvio
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ROMA Non si sblocca l’impasse sulla data in cui la Giunta per le immunità del Senato dovrà votare sì o no all’autorizzazione a procedere per Matteo Salvini per la vicenda della nave Gregoretti. L’interessato non si scompone: «Non sono preoccupato, sono orgoglioso di quello che ho fatto. E se mi mandano a processo vi aspetto tutti...» dice ai militanti emiliani. La conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama — dopo due ore ad alta tensione — ieri ha visto ancora contrapposti i due fronti. Da una parte la maggioranza, che chiede uno slittamento del voto della Giunta (previsto per lunedì 20) a dopo le elezioni Regionali, visto che le Camere sono chiuse dal 20 al 24 per permettere la campagna elettorale; dall’altra l’opposizione, che pretende invece che la riunione si tenga e si decida, visto che «la Giunta è organo giurisdizionale diverso dalle commissioni». La sostanza è tutta politica: Lega, FdI e FI sono convinti che la maggioranza voglia «processare Salvini ma solo dopo le Regionali, perché sanno che è una decisione impopolare e che la pagherebbero nelle urne».

Alla fine Pd, M5S, Iv e Leu hanno affidato alla presidente Elisabetta Casellati il mandato di «tentare di convincere» il presidente della Giunta Maurizio Gasparri a spostare la data, ma l’azzurro finora si è detto contrario. E se dall’opposizione oggi in Aula sarà chiesto un pronunciamento della Giunta per il regolamento, l’esito del braccio di ferro resta aperto: i tempi sono stretti, i possibili assenti tanti, ed è possibile che la Giunta slitti. La situazione resta in evoluzione. Giancarlo Giorgetti, il vicesegretario leghista ospite di Lilli Gruber su La7, scuote la testa: «Se non è un processo politico, perché la maggioranza vuole rinviare il voto a dopo le elezioni regionali in Emilia-Romagna? Cosa c’entrano? Lo sanno benissimo che il popolo sta con lui e potrebbe indispettirsi per un voto contro Salvini».

In Emilia-Romagna, intanto, si riaccende la polemica per i (mancati) confronti tra il governatore uscente Stefano Bonaccini e la sfidante leghista Lucia Borgonzoni. Il coordinatore dei comitati Bonaccini, Andrea Rossi, ha diffuso una nota per lamentare che «l’indisponibilità di altri candidati» avrebbe impedito di registrare il faccia a faccia previsto per oggi su Sky. Nell’auspicio «che le altre occasioni di confronto vengano rispettate. Ci verrebbe altrimenti da pensare che qualcuno di proposte vere, concrete e realizzabili non ne abbia». Anche se a stretto giro lo staff della Borgonzoni diffonde una nota di Sky che precisa di aver sì proposto ai candidati un «confronto da tenersi in data 16 gennaio, ma che lo stesso non è mai stato fissato». Proprio alla vigilia del convegno sull’antisemitismo voluto da Salvini a Palazzo Giustiniani, la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, ha osservato che «quest’anno il viaggio della Memoria era particolarmente importante perché l’anno scorso il ministro della Lega non si era presentato. Credo sia stata l’unica volta da quando il viaggio esiste». Un riferimento a Marco Bussetti, predecessore di Azzolina.

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