12 gennaio 2020 - 11:29

Marcos Cappato torna a scuola, l’Angelo Invisibile paga il bus

Il benefattore ha offerto i 3500 euro. Ma la generosità privata non basta a coprire una pubblica figuraccia: come può il Comune più ricco d’Italia restare a guardare, lasciando a piedi un ragazzo disabile che per finire gli studi deve prendere la navetta?

di Giangiacomo Schiavi

Marcos Cappato torna a scuola, l'Angelo Invisibile paga il bus
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Se non ci fossero loro, cittadini pronti a dare una mano, Milano non sarebbe Milano. E se non ci fossero loro, Marcos, il ragazzo affetto da tetraparesi spastica, non potrebbe più prendere il bus che lo portava a scuola: il Comune ha tagliato i rimborsi e la famiglia non riesce a sostenere l’altra metà della spesa. Scrivono in tanti al Corriere, pronti a mettere a disposizione qualcosa. Un signore diventato famoso come Angelo Invisibile chiama la famiglia di Marcos Cappato e offre un bonifico che copre ogni spesa: 3.500 euro.

Caso risolto. Ma la generosità privata non basta a coprire una pubblica figuraccia: come può il Comune più ricco d’Italia restare a guardare, lasciando a piedi un ragazzo disabile che per finire gli studi deve prendere la navetta da via Gonin al liceo di Corsico? Milano vive da quattro anni una stagione felice. È attrattiva, inclusiva, internazionale, un brand in ascesa che genera innovazione e punti di Pil. Un riferimento e per qualcuno anche un modello per il Paese, il cui merito viene riconosciuto a chi oggi la governa e alle politiche delle giunte che si sono alternate negli ultimi vent’anni.

Ma da un po’ di tempo la cronaca spicciola intacca il benefico caos provocato dai cantieri e dal febbrile marketing urbano: affiorano sempre più sofferenze che non viaggiano sulle rotte del futuro. Crescono i nuovi poveri. Aumentano gli anziani soli, le marginalità, la fetta degli esclusi dalla festa mobile trainata dagli eventi e dal ricco dividendo degli oneri di urbanizzazione. Il benessere che spinge sempre più su la fascia alta lascia indietro quella bassa.

L’ex presidente di Fondazione Cariplo, Guzzetti, denuncia che a Milano ci sono ventimila bambini che non hanno da mangiare a sufficienza e una maestra fa l’esempio della sua scuola: ci sono bambini che si portano a casa panini e frutta avanzati dalla mensa. Le periferie, poi: a che valgono i proclami se non ci sono esempi e casi risolti? Prima c’erano via Padova, Nikolajewska, Ponte Lambro. Oggi c’è via Gola. Lo stesso sindaco ammette che serve un riequilibrio tra le due città: dopo aver puntato sullo sviluppo turistico Milano deve pensare ai più deboli. Appunto.

Siamo a Marcos, ai diritti da garantire a chi è rimasto indietro, al Comune che non può sperare sempre nell’aiuto dei privati per sanare casi di propria competenza. Informa l’assessore Rabaiotti, il cui impegno non è in discussione, che la delibera del 2018 che ha tagliato il rimborso al giovane disabile, premiato anche da Mattarella, è frutto di una sintesi che dovrebbe allargare la platea dei beneficiari. Sarà. Ma se una delibera compromette il servizio anche solo per un utente che ne aveva diritto, si può sempre fare una deroga. Per fortuna ci sono i cittadini generosi, i milanesi con il cuore, quello vero. Grazie, a nome di Marcos e di tutti quelli che Milano non deve lasciare indietro.

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