Quel brutto no
ai ragazzi autistici

Quel brutto no  ai ragazzi autistici

«Pecunia non olet». Ha detto proprio così, il direttore dell’hotel «Terme di Pompeo - Fontana Olente» di Ferentino, nei pressi di Frosinone, cercando di spiegare perché lui, se non avesse voluto «garantire tranquillità e relax» agli altri suoi clienti avrebbe accettato i dieci ragazzi autistici respinti con genitori, fratelli e amici per la notte di Capodanno: i soldi non puzzano, ha spiegato a Clemente Pistilli sulle pagine romane di Repubblica. «Pecunia non olet», appunto, come disse Vespasiano, dice la tradizione, tassando coloro che facevano la pipì negli orinatoi pubblici e privati. Quindi via libera, in altre occasioni, anche a quei disabili coi parenti annessi: in fondo «pagavano come gli altri...» Peggio il rattoppo del buco. Al punto che anche quei genitori che avevano deciso di non scatenare una battaglia sulla cancellazione della serata di Capodanno per una quarantina di ospiti, si sono sentiti non solo mortificati ma profondamente offesi. Ma come: un albergo che si vanta d’essere «ideale per una vacanza rilassante» dove assaporare «il calore della tua famiglia» tratta così le persone più fragili?

E chi gliel’ha data, «la certificazione del Marchio di Ospitalità Italiana di Qualità»? Può bastare chiedere ora scusa insistendo che «la notizia di un “rifiuto ad accogliere un gruppo di ragazzi autistici” non solo non è vera così per come è apparsa ma rattrista e addolora la dirigenza e i dipendenti»? C’è un dettaglio, anzi, al quale non è stata data la giusta rilevanza. Come ricordano, sconcertati, gli stessi vertici di Federalberghi, «l’articolo 187 del regolamento del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza impedisce al gestore di un pubblico esercizio di rifiutare le proprie prestazioni al cliente, salvo che non sussista un valido motivo. La regola vale per tutti i pubblici esercizi ufficiali, muniti di una vera licenza, e la sua violazione è punita con una sanzione da euro 516 a euro 3098». Domanda fastidiosa: può essere un valido motivo che «qui si fanno i botti e cosa ne so come reagiscono i ragazzi autistici»? E sarà solo una coincidenza se i proprietari dell’hotel si sono fatti avanti dicendosi «profondamente dispiaciuti» solo dopo che la Regione aveva manifestato l’idea di sospendere l’accredito della struttura «per violazione del principio di eguaglianza nell’accesso alle strutture accreditate al Servizio sanitario regionale»?

7 gennaio 2020, 20:16 - modifica il 7 gennaio 2020 | 20:17

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