Ecco perché Apple ha ucciso il floppy disk e il mini-jack audio prima che fossimo pronti

Breve storia dei tagli voluti da Steve Jobs sui dispositivi della Mela, e di quelli che presto arriveranno

5 minuti di lettura

Secondo voci e indiscrezioni plausibili, Apple prepara un nuovo smartphone. Arriverà entro un paio di anni, quindi c'è tempo. Ma sarà un esercizio di stile e tecnologia radicale. Sarà il primo telefono senza porte di connessione. Niente cavi, niente fili, niente "buchi" nella scocca che si presenterà come un monolite, fatta solo di vetro e di alluminio (probabilmente).

Il telefono si caricherà per induzione, cioè poggiandolo sopra un apposito elemento di carica (quello che viene chiamato con un certo gradi di ambiguità "sistema di carica senza fili" o wireless). Tutto il resto verrà fatto via radio: dal trasferimento dati alla connessione con gli auricolari o gli altri accessori. Il telefono come una monade, totalmente isolato eppure connesso senza fili. Era il sogno di Steve Jobs, che assieme al suo designer di fiducia Jony Ive (oggi uscito da Apple e diventato designer e ambasciatore globale per il minimalismo radicale) aveva immaginato di eliminare qualsiasi orpello, cavo, connessione, spessore e persino tastiera. Computer, tablet e telefoni frutto di un design purissimo, anoressico, praticamente insuperabile perché già portato sul bordo esterno di ogni ragionevole limite. 

Arriverà invece un telefono capace di superare qualsiasi previsione, anche se nell'aria i segni c'erano già tutti. Non è infatti certamente la prima volta che Apple ha eliminato delle tecnologie che pensavamo come necessarie e imprescindibili. In realtà nei primissimi anni di vita l'azienda ne ha anche aggiunte: il primo mouse con il Macintosh del 1984 (la cui tastiera venne privata per un anno dei tasti freccia in basso a destra, affinché gli utenti fossero costretti a utilizzare il mouse: scelta poi rivista inserendo le quattro frecce nella versione del 1985-1986), il cavetto di alimentazione MagSafe (con un magnete che cede quando il cavo viene tirato, evitando di far inciampare le persone e cadere i computer) e un numero enorme di tecnologie introdotte da Apple. Ma molte più sono quelle che sono state eliminate.

La morte del Floppy Disk (e del CD)
Apple ha introdotto il "moderno" floppy disk (che non era più floppy, morbido) nel 1984 con il Macintosh grazie a un accordo con Sony. I piccoli dischi da 3 pollici e mezzo in una sottile cartuccia di plastica rigida sono diventati lo standard planetario per il salvataggio e il trasporti dei dati. Ma i dischetti sono anche scomparsi nel dimenticatoio rapidamente, alla fine degli anni Novanta. A ucciderli è stata ovviamente Apple, con l'introduzione dell'iMac nel 1998, che per la prima vota in quindici anni non aveva un floppy. I Pc sono andati avanti ancora anni ma aveva ragione Apple. Intanto il CD masterizzabile e riscrivibile (Cd-Rw) che era comparso negli iMac, è andato avanti per una quindicina di anni, prima di scomparire anch'esso, sempre per scelta di Apple e poi del resto del mercato: oggi non ci sono più computer portatili (e praticamente più nessun fisso) con un lettore-masterizzatore Cd-Dvd. 

La morte del disco rigido
Non è stata certo Apple a inventare il computer con il disco rigido (il primo Macintosh non l'aveva, per esempio) ma, a partire dal MacBook Air del 2007, è stata la prima a commercializzare una linea di portatili priva di unità di memoria di massa con piatti rotanti. Sostituito dalle più moderne e oggi onnipresenti unità di memoria allo stato solido, in gergo SSD. Costavano (e costano) di più al gigabyte, ma in poco tempo hanno mostrato tutti i loro vantaggi in termini di velocità, affidabilità e resistenza agli urti. 

La fine del MagSafe e della Usb-A
Introdotto da Apple e da lei stessa ucciso assieme alla porta di connessione Usb di tipo A, quella che tutti conosciamo da un decennio. Apple aveva creato il MagSafe per proteggere gli utenti di computer portatili da involontari inciampi nei fili del carica-batteria, e poi ha deciso di eliminare questa connessione assieme alle universali porte Usb per sostituire tutto con la nuova Usb-C, che ha contribuito a creare.

La Usb-C permette di trasferire dati e anche energia elettrica fino a 100 Watt, e può così essere sia la porta dati che anche la porta per l'alimentazione di tutti i MacBook attualmente prodotti. Risultato? Niente più MagSafe e niente più Usb-A in un colpo solo. Con la stessa rivoluzione Apple ha fatto fuori anche molte altre porte di connessione dai suoi portatili: schede di memoria SD e micro-SD, porta HDMI (la VGA non c'era più molto tempo), Mini DisplayPort per i monitor e FireWire 800 per i dischi esterni. Benvenuti nell'epoca degli adattatori. 

L'estinzione degli iPod e dei connettori da 30 pin
Una scelta ovvia è stata quella di far scomparire pian piano gli iPod, i lettori di musica lanciati nel 2001. Sostituito ovviamente dall'iPhone (anche se resiste un'ultima versione di iPod Touch che è sostanzialmente un iPhone senza la parte telefonica e sottopotenziato per molti altri versi. Assieme agli iPod se ne sono andati anche i vecchi connettori "piatti" a trenta poli, che occupavano troppo spazio e che hanno rivoluzionato un intero ecosistema di accessori: da quelli per la ricarica e la connessione audio in auto e in casa, a quelli per gli alberghi e ristoranti, che avevano cercato di cavalcare l'onda lunga della musica in tasca lanciata agli inizi degli anni Duemila da Apple.

L'assassinio del jack audio
Oggi se si va a vedere, sopravvive (in versione depotenziata) solo sui computer e sugli iPad non Pro. Il mini-jack audio, il connettore che ha fatto da volano per le prime generazioni di cuffiette bianche EarPods che indicavano da un chilometro di distanza gli utenti iPod/iPhone, è stato tolto dagli iPhone 7 nel 2016. Fu uno shock che non tutti hanno perdonato ad Apple: era facilissimo collegare il telefono allo stereo della macchina o alle cuffie di qualità comprate per un ascolto più strutturato della musica. Niente, tutto senza fili (anche se il Bluetooth a lungo non aveva l'affidabilità e la banda passante necessaria per una buona resa musicale) oppure con le EarPods dotate di presa Lightning, che le rendono incompatibili però con il computer o ad esempio con le prese audio degli aerei. Esiste un adattatore da mini jack a Lightning (offerto nelle scatole degli iPhone X) che permette di usare cuffie tradizionali con gli iPhone e gli iPad Pro. Peccato non esista quello al contrario, per usare le cuffie Lightning nel resto del mondo. Intanto Apple ha lanciato le cuffie senza fili AirPods (a cui si sono aggiunte da pochi mesi le AirPods Pro con cancellazione del rumore) che sono una rivoluzione di praticità e funzionalità, e soprattutto non richiedono più fili.

Il tasto Home è andato pure lui
Ultima vittima, caduta due anni fa, è stata l'icona dell'interfaccia fisica dei telefoni Apple quasi totalmente touch: il tasto home. Oggetto di pressioni indiscriminate, condannato alla lunga a rompersi, il tasto home è diventato anche il contenitore del riconoscimento dell'impronta digitale con la tecnologia che Apple chiama TouchID. Con l'iPhone X di due anni fa è stato bruscamente soppresso: è arrivato il "notch" con le videocamere frontali per il riconoscimento facciale, FaceID, e di bottoni adesso sull'iPhone ce ne sono veramente pochi (volume, tasto mute e tasto accensione).

Buone notizie, però: la tastiera sta tornando
Nel 2015 con la prima generazione del MacBook con schermo Retina da 12 pollici (che ha sostituito il MacBook Air 11) se n'era andata anche la tradizionale tastiera con meccanismo di attuazione dei tasti a forbice, sostituita dall'ultrapiatta e ultracriticata tastiera con meccanismo a farfalla. Talmente piatta da essere a malapena utilizzabile. Problemi, proteste, tastiere rotte e malfunzionanti, scuse di Apple e programma di sostituzione per tutti i casi peggiori di guasto, mentre le generazioni successive, in attesa di qualcosa di diverso, miglioravano parzialmente ma intanto facevano fuori anche tutti i tasti funzione, il tasto "esc" e il pulsante di accensione, sostituiti dalla TouchBar.

Sino ad arrivare allo spettacolare MacBook Pro 16 presentato due mesi fa che ha dalla sua il ritorno del tasto "esc", del tasto di accensione e riconoscimento separato dell'impronta separato dal resto della TouchBar, ma soprattutto una tastiera con attuazione di nuovo a forbice e una resa incantevole, come possiamo testimoniare dopo averla provata. Risultato? Forse è vero che Apple butta via le cose un po' prima che noi utenti siamo pronti, ma è anche vero che quando esagera poi (magari dopo qualche anno) fa retromarcia. Bentornata tastiera, quindi. Per tutto il resto, però, non c'è più niente da fare. 

@antoniodini