Politica

Dal reddito di cittadinanza alla prescrizione, tutte le grane del governo Conte 2 nel 2020

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte (ansa)
In vista della verifica prevista nelle prime settimane di gennaio, sono numerosi i temi di scontro all'interno della maggioranza. Da quota 100 alla sicurezza, dalle crisi industriali ai diritti civili la linea degli alleati dell’esecutivo giallo-rosso non è univoca
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In attesa della verifica di governo annunciata dal premier Giuseppe Conte per le prime settimane del nuovo anno appena iniziato, i temi di scontro tra le forze di maggioranza sono numerosi. Dal reddito di cittadinanza a quota 100, dalla giustizia ai diritti civili la linea degli alleati dell'esecutivo giallo-rosso non è univoca. Insomma, la verifica per far ripartire l'esecutivo non ha davanti una strada del tutto in discesa. Intanto l'anno si aprirà con un Consiglio dei ministri che dovrà risolvere l'ultimo strappo del 2019, quello delle dimissioni di Lorenzo Fioramonti dal ministero dell'Istruzione. Mattarella - in attesa di un Cdm che definisca lo spacchettamento in due ministeri - ha affidato l'interim a Conte che, nei giorni scorsi, aveva già proposto lo spacchettamento in due dicasteri, uno della scuola e uno dell'università, indicandone come titolari rispettivamente Lucia Azzolina e Gaetano Manfredi.
 
Abbiamo provato così a esaminare uno per uno i singoli temi, ricostruendo le posizioni delle varie forze politiche.

Reddito di cittadinanza

Il cavallo di battaglia del M5s viene strenuamente difeso dal leader cinquestelle Luigi Di Maio. Netta la condanna di Italia Viva, il cui leader Matteo Renzi ne propone l'abolizione secca. Più morbida la linea del Pd, che propende per una revisione del provvedimento allo scopo di correggerne le storture. Il 30 dicembre Palazzo Chigi ha chiarito che eventuali modifiche della misura per il momento non sono in agenda. In particolare Conte, secondo cui tutto è migliorabile, non pensa di cancellare il reddito, definito dal premier "una misura di giustizia sociale".
 

Quota 100

Il M5s ha ribadito recentemente sul blog delle Stelle che anche questa misura "non si tocca". Da mesi Italia Viva esprime la sua contrarietà al provvedimento e nel Pd crescono i malumori: "Quota 100 e reddito di cittadinanza - ricorda il capogruppo dem al Senato, Andrea Marcucci - sono un'eredità del governo con Salvini. Il primo provvedimento, particolarmente ingiusto verso i giovani, scade comunque nel 2021, ma è il tempo di valutare". Leu, che in Parlamento si astenne al momeno della votazione di entrambi i provvedimenti, propende pure per una revisione soprattutto al fine di irrobustire il sostegno alla fasce più povere della popolazione.
 

Giustizia

Oggi entra in vigore la riforma della prescrizione contenuta all'interno della legge Spazzacorrotti, voluta dal Guardasigilli M5s Alfonso Bonafede. Ma M5s, Pd e Iv viaggiano su binari lontanissimi, rendendo il nodo della prescrizione una delle spine più insidiose del governo Conte II. Il Pd ha presentato il 27 dicembre una proposta di legge alternativa che propone di sospenderla per tre anni e 6 mesi. Mentre Italia viva si dice pronta a votare la proposta di legge dell'azzurro Enrico Costa. Un invito a trovare una posizione "equilibrata" viene dal leader di Leu-Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, che chiede a tutti "di mettersi attorno a un tavolo per costruire una soluzione condivisa". Il 7 gennaio è previsto un vertice di governo proprio sul tema giustizia.
 

Sicurezza

Conte non rinnega i decreti sicurezza del suo primo governo ma, allo stesso tempo, nella conferenza stampa di fine anno ha annunciato, che "vanno depurati da condizioni che io stesso ritengo inaccettabili". E il duello con Salvini si riscalderà già in gennaio sul caso Gregoretti. "Un mio coinvolgimento? Sto verificando, finora non ho riscontri", è l'avvertimento del premier al suo ex vice. La ministra dell'Interno Luciana Lamorgese ha confermato che "sui decreti sicurezza sicuramente c'è stato un intervento del capo dello Stato (il 4 ottobre 2018, ndr), quindi noi certamente in prima battuta faremo le modifiche per rendere conforme alle osservazioni che erano venute dal Quirinale". E uno schema di modifica è già stato messo a punto dal Viminale, che prevede, tra le altre cose,  l'abolizione delle maxi multe alle navi umanitarie.
 

Revoca concessione autostrade

La linea di Conte sembra convergere con quella Di Maio: nessuno sconto ad Autostrade, ha spiegato il premier nell'attesa che finisca l'istruttoria. Ma lo scontro con Iv è alle porte. "Le cose vanno fatte bene, altrimenti l'Italia perde credibilità: dobbiamo evitare di diventare una barzelletta perché nessuno investe in un Paese in cui si cambiano le regole in corsa. E poi dobbiamo preoccuparci di tutelare i lavoratori di Autostrade e garantire gli investimenti", avverte  Maria Elena Boschi. Il Pd, invece, è in una posizione attendista, forse anche perché, almeno dal punto di vista cronologico, il dossier Autostrade s'incrocia con quello della prescrizione, dove i Dem come abbiamo visto sono invece in trincea.
 

Crisi industriali

Dopo la seconda visita, il giorno della vigilia di Natale, allo stabilimento dell'Ex Ilva di Taranto, nella prima metà di gennaio Conte proverà a dare un'accelerazione al dossier Ilva varando contestualmente il decreto "Cantiere Taranto" che, nella strategia del governo, è parte della soluzione di rilancio dello stabilimento.

Fine vita

Sul fine vita il M5S non ha una posizione ufficiale, a riprova di quanto il tema sia controverso anche all'interno del Movimento. Sia al Senato che alla Camera esistono proposte presentate da esponenti 5S favorevoli all'eutanasia, Luigi Di Maio non si è espresso. Dopo la sentenza della Consulta lo ha fatto però Giuseppe Conte, che "da giurista e da cattolico" ha invitato il Parlamento a legiferare. Anche all'interno del Pd eistono posizioni diverse. Al Senato giace una proposta di legge, presentata dal capogruppo Marcucci insieme ad altri 24 dem, che distingue l'istigazione dall'agevolazione al suicidio ed estende la possibilità di avere la palliazione continua profonda anche a chi non ha una malattia terminale. Obiettivo: "Colmare il vuoto normativo segnalato dalla Consulta". Ma dopo l'ultimo pronunciamento della Corte, sette senatori di Pd, Leu, M5s, Misto e Italia Viva hanno depositato un nuovo ddl che riconosce a un "paziente con patologia irreversibile" (cioè "fonte di sofferenze fisiche o psicologiche intollerabili") e "capace di prendere libere decisioni" il diritto all'induzione farmacologica della morte.

Ius culturae

Sulla cittadinanza italiana ai figli di immigrati Di Maio frena, il premier Conte spinge alla ricerca di un punto di caduta comune. Il M5S presenterà anche un proprio disegno di legge che non è stato ancora approntato. Il Pd è disponibili ad accontentarsi di una cittadinanza che non equivale proprio a lo ius soli, basta che si faccia e alla svelta. Anche chi, nel partito, è su posizioni più nette come Orfini o Laura Boldrini, passata al Pd e prima firmataria del testo da cui si riparte che prevedeva lo ius soli temperato, sono pronti a mediare. Renzi invita a non creare inutili tormentoni: "Se ci sono i numeri, e Di Maio ci sta, facciamo lo Ius culturae altrimenti prendiamone atto. Ma non trasformiamolo in un tormentone come è stato fatto dal governo nel 2017, con un tragico errore".
 
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