Wall Street Journal

La modesta proposta (bocciata) che avrebbe reso Airbnb più sicura

di Luca Angelini

La modesta proposta (bocciata) che avrebbe reso Airbnb più sicura

Dietro gli affitti su Airbnb si sono scoperti casi di prostituzione, di voyeurismo (con gli ospiti filmati a loro insaputa dai proprietari di casa) e di furto. Insomma, la piattaforma, qualche problema di sicurezza ce l’ha. Forse è inevitabile, visto il numero colossale di alloggi.
Ma, per renderlo meno inevitabile, nel 2017, riferisce il Wall Street Journal, alcuni dipendenti avevano fatto una modesta proposta per dare più sicurezza sia agli ospiti che ai proprietari: obbligare chiunque si iscriva alla piattaforma a fornire un documento d’identità ufficiale, tipo la patente, la carta d’identità o il passaporto.

Peraltro, stando a quanto raccolto dal Wsj, non era la prima volta che la proposta veniva fatta. Ma anche due anni fa venne respinta, per volere dei vertici, a partire dal fondatore, Brian Chesky. Il motivo? L’obbligo di fornire un documento (a patto di averlo, cosa non scontata in molti Paesi emergenti) sarebbe stato, per alcuni, un deterrente a iscriversi a Airbnb. Meno iscritti, uguale meno soldi. Discussione chiusa. Ma fino a quando? Perché, ricordando il caso di una notte di Halloween finita con una strage a Orinda, in California, in un alloggio affittato via Airbnb, il Wsj sottolinea la «domanda che potrebbe assillare l’industria tech nel decennio a venire: quanta responsabilità le aziende dovrebbero assumersi per le cose negative che accadono sulle loro piattaforme?».

Lo stesso Chesky ha promesso di assumersene di più e ha ammesso che questa presa di coscienza è stata forse troppo graduale (se nel lotto mettiamo anche Facebook o Uber, possiamo senz’altro togliere il forse). Finora, Airbnb si è basata soprattutto sulle recensioni reciproche ospitante/inquilino. Ma quando qualcuno si lamenta con l’azienda per una recensione, può capitare che Airbnb si limiti a rimuovere le recensioni di entrambi. E, in ogni caso, quando a Orinda, dopo la strage, si è tenuto un incontro pubblico per decidere se bloccare gli affitti a breve termine, nessuno di Airbnb si è fatto vedere.

Questo articolo è stato pubblicato originariamente sulla Rassegna stampa del Corriere della Sera:per leggerla basta cliccare qui

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