Gli anziani con problemi economici e di salute potranno ospitare persone per “accudirle” nelle loro case popolari. In cambio, una volta deceduto l’assegnatario, gli “ospiti” potranno ereditare l’alloggio, esattamente come fossero parte del nucleo familiare. È quanto prevede la legge di bilancio 2020 approvata dal consiglio regionale del Lazio. Una norma controversa quella sulla “convivenza solidale”, passata grazie all’approvazione di un emendamento proposto dal consigliere Paolo Ciani, capogruppo della lista civica Centro Solidale – parte integrante della maggioranza a sostegno del governatore Nicola Zingaretti – ed esponente di spicco della Comunità di Sant’Egidio.

Il provvedimento è stato pensato, come si legge nel testo, per fare fronte al “progressivo invecchiamento della popolazione”, con gli anziani che “ricorrono impropriamente a strutture assistenziali, anche in presenza di semplici bisogni di aiuto o cura facilmente risolvibili a domicilio”, dunque “caricando il settore socio-sanitario di oneri sociali eccessivi ed oggi oramai non più sostenibili”.

Ecco dunque il funzionamento. Una persona anziana (o una coppia di anziani) con “comprovata fragilità socio-economica o non auto-sufficienza” può presentare richiesta all’Ater di ospitare nel proprio alloggio popolare qualcuno che semplicemente si prenda cura di lei o la tenga lontana dall’isolamento. In caso di decesso, come recita il comma 5 dell’articolo 12 bis, si procede al subentro: “La persona o le persone con lui conviventi da almeno 2 anni – si legge – possono subentrare al medesimo se, entro 30 giorni dal decesso o dalla decadenza, presentano richiesta di autorizzazione ad una nuova convivenza solidale”. Quindi, l’unica “clausola” per ottenere la casa popolare diventerebbe quella di continuare ad ospitare anziani.

Se da un lato il provvedimento consentirebbe un notevole risparmio sul profilo dell’assistenza agli anziani, voce importante nel difficile bilancio del servizio sanitario regionale, dall’altro spiazza tutto il mondo che si occupa di politiche abitative, compresa l’Ater che negli ultimi anni ha avviato politiche di recupero degli alloggi attraverso la vendita, il frazionamento e la lotta alle occupazioni. Soprattutto, esiste la necessità a Roma di dare una scossa alle graduatorie, che contano ad oggi circa 12mila persone in lista.

“L’emendamento di Ciani è miope – sostiene Massimo Pasquini, segretario nazionale dell’Unione Inquilini – visibilmente redatto da chi non conosce i problemi abitativi. Consentire a chiunque di ottenere un alloggio popolare, purché assista un anziano, rende il provvedimento quasi una compravendita legalizzata. L’appello a Valeriani (Massimiliano, assessore regionale alle politiche abitative, ndr) è di discutere insieme dei regolamenti attuativi e limitare ai nuclei familiari regolarmente presenti in graduatoria l’accesso a questa soluzione”. Contraria anche la Lega, che su questo fronte attacca direttamente il presidente della Regione: “Zingaretti – afferma il capogruppo Orlando Tripodi – ha inteso introdurre strumenti normativi folli, spingendo da un lato il 10% degli alloggi popolari da destinare a chi non ha i requisiti, provvedimento bloccato grazie a noi; dall’altro si è inventato la convivenza solidale, con la possibilità addirittura che l’ospite possa subentrare all’assegnatario in caso di morte”.

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