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ITALIA

Editoriale su "Avvenire"

Cei, cardinal Bassetti: "Le chiusure tolgono l'aria"

Il presidente della Cei chiede "fiducia e coraggio"

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Un Paese cui identitarismi e miopie tolgono l'aria, che ha bisogno di ritrovare un autentico spirito di comunità e la propria vera identità a partire da uno sguardo verso "chi la storia la soffre davvero". È un ritratto sereno ma senza sconti quello che il cardinal Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, traccia dell'Italia in occasione del Natale del 2019. In un editoriale che apre il numero di oggi di "Avvenire", il porporato chiede "fiducia e coraggio" in contrapposizione allo "sguardo miope sulla realtà che invece rende ciascuno attento e sensibile solamente a quelle che sono avvertite come le proprie urgenze personali, che divengono così il principale - se non l'unico - criterio di valutazione e di scelta". "Le chiusure e le contrapposizioni, oltre che sterili, finiscono per togliere l'aria a tutti", dice bassetti. 

L'Italia, scrive Bassetti, presenta un quadro fatto di "stanchezza e disillusioni", "incertezze ed ansietà" perché la gente è "provata dalla preoccupazione per il venir meno di un modello di lavoro e di sviluppo e, ad un livello ancora più profondo, per la difficoltà a riconoscersi con una propria identità, nell'appartenenza ad una famiglia e a una comunità". Un malessere ben rappresentato dalla caduta delle nascite, dall'invecchiamento demografico del Paese, dalla stessa emigrazione di tanti giovani verso l'estero".

"Identità, cultura, relazioni, appartenenza. Per non fermarci alla retorica e dare contenuto e orizzonte a queste parole, torniamo a Betlemme, riprendiamo i sentieri che conducono alla Natività", scrive il cardinale presidente della Cei. "Al nostro cuore inquieto, il Bambino Gesù offre come risposta la sua persona, la relazione con Lui, da cui nasce il volto umano di ciò che siamo, la possibilità di vivere l'esistenza quotidiana in modo nuovo. Davanti all'umiltà del presepe cadono violenza e inganno, odi e calunnie; si avverte la ricchezza di conoscersi meglio per arrivare a guardarsi in modo diverso e tendere a formare comunità. La storia del Natale di Gesù ci insegna a conservare, anche nei momenti più difficili, la fiducia e il coraggio".

Da una "mancanza di prospettive cui si aggiunge spesso l'incapacità di un rapporto di fiducia con gli altri". "La chiusura e le contrapposizioni finiscono per togliere l'aria a tutti", denuncia il presidente della Cei, mentre invece occorrono "fiducia e coraggio", ben sapendo che "ricostruire un tessuto identitario e comunitario non è opera che si improvvisi". Ma di fronte al Presepe, conclude, "cadono violenza ed inganno, odi e calunnie".