l’incontro con i sindacAti

Fca-Psa: né chiusure né licenziamenti. Piena occupazione entro il 2022

Avanti con il piano di investimenti da 5 miliardi per l'Italia. Nessuna chiusura di stabilimenti e neppure licenziamenti. Queste le rassicurazioni ottenute dai sindacati durante l’incontro con i vertici di Fca sulle prospettive dopo la fuzione con Psa

di Stefania Arcudi

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2' di lettura

Si sono conclusi da poco a Mirafiori gli incontri tra i rappresentanti dei sindacati (prima Fim Cisl, Uilm, Fismic Confsal, Ugl Metalmeccanici e Aqcf, l'associazione capi e quadri Fiat, poi quelli della Fiom-Cgil, che ha incontrato l'azienda separatamente dalle altre sigle sindacali, non essendo firmataria del Ccsl, contratto collettivo specifico di lavoro).

Secondo azienda e sindacati il dialogo è stato positivo: da un lato Pietro Gorlier, chief operating officer di Fca, e Pietro De Biasi, responsabile relazioni industriali, hanno illustrato il combination agreement sulla fusione con Psa, dall'altro i sindacati hanno chiesto rassicurazioni sul piano di investimenti e sui livelli occupazionali. Rassicurazioni che sono arrivate: «Hanno confermato gli investimenti previsti per 5 miliardi in Italia e la piena occupazione entro il 2022, hanno detto che non saranno chiusi impianti e questo è positivo», ha detto Marco Bentivogli, segretario generale Fim Cisl, mentre Rocco Palombella, segretario generale Uilm, ha aggiunto che «ci hanno rassicurato sul fatto che i 400.000 dipendenti verranno salvaguardati e non ci saranno licenziamenti, gli investimenti proseguiranno e non ci saranno ritardi sul piano industriale che proseguirà come da programma, senza essere intaccato».

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Soddisfazione anche da parte di Fismic Confsal, che parla di opportunità legate alla fusione: «Non ci sarà alcuna chiusura e non è prevista alcuna ripercussione occupazionale negativa. Anche l'azienda Comau rimane nel perimetro della fusione», hanno detto il segretario generale Fismic Confsal Roberto Di Maulo e il segretario nazionale Fismic Confsal Lida Mannucci.

L'incontro a Mirafiori sulla fusione con Psa «è stato molto ampio e Fca ci ha illustrato gran parte dell'accordo sottoscritto con Psa, ma soprattutto ha confermato il Piano Italia 2019-2021 già annunciato», ha aggiunto il segretario generale Ugl Metalmeccanici, Antonio Spera, sottolineando che «altro aspetto importante è che le piattaforme in Italia di media e alta gamma, molto importanti, che si vanno a integrare con quelle Psa e non a sovrapporre».

Più critica la Fiom-Cgil, secondo cui dire che non saranno chiusi stabilimenti non equivale a dire che il numero di occupati non sarà toccato: «Bisogna vedere come gli stabilimenti arrivano alla fusione. Io quando si scrivono le cose penso ci sia una correttezza di informazione, dire che non si chiudono stabilimenti è importante, ma anche oggi gli stabilimenti sono aperti ma con metà delle persone in cassa integrazione. Se dicono che non chiudono stabilimenti io ne prendo atto finché non ho segnali diversi». Del resto, ha spiegato, «se ci guardiamo indietro, i piani industriali non sono mai stati rispettati fino in fondo, anzi non sono stati rispettati. Noi abbiamo una preoccupazione forte, riteniamo positivo che si facciano gli investimenti annunciati, ma bisognerà controllare via via l'attuazione concreta del piano e se l'attuazione garantisca o meno la saturazione degli stabilimenti», ha detto il segretario generale Fiom-Cgil Francesca Re David.

«Allo stato attuale gli stabilimenti italiani sono pieni a metà, questo significa tanta cassa integrazione. Si tratta di capire se è confermato il piano industriale e se viene rafforzato», ha detto ancora Re David.

Per approfondire:
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